La Marsupioterapia

Qui di seguito trovate pubblicata la mia ricerca in merito alla tecnica della Marsupioterapia.



“Abbracciami”
La Marsupioterapia




Anno accademico 2012-2013



INDICE:

Introduzione                                                                                       
La nascita prematura                                                                        
Come e perché nasce la Marsupioterapia                                         
Cos’è la Marsupioterapia                                                                 
-       I vantaggi e gli scopi del trattamento                                    
Il ruolo del padre                                                                                
Marsupioterapia e sviluppo del bambino                                         
Marsupioterapia per tutti                                                                   
Conclusioni                                                                                        
Bibliografia e Sitografia                                                                 




Introduzione:
La scelta della marsupioterapia, come argomento per questa tesina, è stata dettata da un interesse personale coltivato in questi anni di studio. Nel primo anno di questo corso di studi è stato svolto un breve tirocinio presso il reparto di neonatologia dell’ospedale di Padova. In questa sede è stato possibile discutere sugli interventi indispensabili per la salute dei bambini nati prematuri, attraverso ricerche e tesi svolte nel tempo, proprio nell’ospedale di Padova, e poi diffuse in tutto il mondo. La Dottoressa Dalla Barba, responsabile di molti di questi progetti, ha inoltre svolto due brevi incontri per implementare le nostre conoscenze sul reparto e sulle possibili strategie terapeutiche e riabilitative per questi bambini.
Il numero di bambini nati prematuri è in continuo aumento e se, da un lato, le nuove tecniche migliorano le percentuali di sopravvivenza, dall’altro lato non possono essere equivalenti ad uno sviluppo gestazionale completo, e di conseguenza non possono arginare tutte le difficoltà che una nascita prematura comporta. Consapevoli di ciò risulta importante comprendere quali interventi siano migliori per favorire sia un adeguato sviluppo del bambino, sia un ricongiungimento della diade madre-bambino precocemente separata da questa nascita improvvisa. E’ quindi molto interessante potersi soffermare sulla tecnica conosciuta in Italia come “Marsupioterapia”, in quanto si discosta dal freddo utilizzo delle macchine, per riportare il piccolo in braccio alla mamma. E’ bello poter scoprire che basta un abbraccio per guarire.

“Un bimbo minuscolo con la pelle d'ebano è accucciato sul ventre della sua mamma, che sorride felice mentre lo avvolge in uno sgargiante marsupio. Il loro respiro è quasi all’unisono, il calore dei loro corpi si mescola e si nasconde.”[1]

La nascita prematura

La nascita di un bambino dovrebbe essere un lieto evento, spesso idealizzato, in cui la serenità, la gioia e l’amore sono gli elementi principali. Spesso, però, si tende a dimenticare come ogni nascita sia di per sé un trauma: per il bambino, per i genitori, per la nuova situazione che si viene a creare. Questo nuovo assetto di vita coinvolge la triade fin dal momento del parto e non è facile gestire l’emozione che una nascita porta con sé. La separazione che avviene tra il corpo della madre e quello del feto è un evento fondamentale e difficile da metabolizzare: dopo nove mesi di simbiosi improvvisamente la coppia si trova a dover gestire un contatto in cui i corpi sono fisicamente ed emotivamente separati. E nel caso in cui la nascita avvenga prematuramente? Cosa comporta a livello fisico e psichico? Cosa si spezza precocemente?
In primo luogo il bambino non è adeguatamente formato. Non completando il periodo gestazionale, il piccolo nasce con un’immaturità diffusa, che si riflette soprattutto sulla maturazione di organi quali polmoni, apparato visivo, sistema nervoso. Inoltre questi neonati riportano un basso peso e si presentano molto piccoli, gracili e fragili. Naturalmente quanto prima avviene la nascita, tanto maggiori saranno i problemi e minore sarà la sopravvivenza. Il bambino nasce e deve subito affrontare una battaglia per la vita, con la possibilità di “vincere” riportando però deficit fisici e psichici non sempre risolvibili.
Dal punto di vista psicologico i genitori vivono un trauma immenso. Innanzitutto la nascita non si concretizza come un evento desiderato e in qualche modo programmato, ma come improvviso e shoccante. La madre si trova di fronte un bambino che difficilmente riconosce come suo, perché estremamente distante dall’immagine che si era formata nei mesi precedenti. Bambino reale e bambino immaginario si discostano enormemente creando paura e spaesamento nei genitori. Inoltre i genitori si trovano improvvisamente ad affrontare un dolore immenso che consiste nel terrore per il rischio di non-sopravvivenza del bambino. Spesso questi genitori riportano dei sentimenti di inadeguatezza e, in particolar modo le madri, un accentuato senso di colpa per la situazione; come se fossero loro “madri incapaci” per non essere riuscite a portare a termine la gravidanza.
Nel momento in cui si supera l’emergenza della sopravvivenza, sopraggiungono altre difficoltà che i genitori devono affrontare. Innanzitutto il contatto e la cura del proprio bambino: vedere un neonato dentro un’incubatrice, pieno di tubi e di fili, non incentiva e non promuove certo il contatto e l’accudimento. Spesso i genitori riportano di aver paura di fare male al piccolo perché non sanno come tenerlo o come potergli “fare le coccole” dentro quella culla. Molti studi, però, riportano l’importanza del contatto con la pelle dei genitori per la cresciuta e il miglioramento delle condizioni del bambino. Partendo da queste necessità e da questi principi fondamentali nasce così gradualmente la marsupioterapia.


Quando e perché nasce la Marsupioterapia

La “Kagaroo mother care” (KMC), ovvero la marsupioterapia, nasce in risposta ad un problema grave e diffuso, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Ogni anno nascono circa 20milioni di bambini con basso peso (LBW), la maggior parte dei quali a causa di prematurità o scarsa crescita intrauterina. E’ evidente che questa problematica è più diffusa li dove le condizioni economiche sono peggiori e quindi dove il nutrimento stesso delle madri è deficitario. In ogni caso la nascita prematura è un fenomeno molto presente anche in tutto il resto del mondo.
Il basso peso alla nascita e la prematurità sono associate ad un’alta percentuale di mortalità e di morbilità neonatale e infantile, e corrispondono ad una spesa socio sanitaria ingente e in continuo aumento. E’ intuitivo comprendere come, soprattutto in certi paesi, la disponibilità di mezzi quali le incubatrici (fondamentali per la sopravvivenza di questi bambini), sia scarsa e comunque in difetto rispetto alle reali necessità. I costi di manutenzione e mantenimento di questi apparecchi non sono alla portata di tutti. Poiché questi bambini hanno bisogno di cure per un periodo prolungato di tempo, una cura quale la KMC può presentarsi come la soluzione ideale per dare ai neonati i trattamenti necessari in termini di riscaldamento, allattamento al seno, prevenzioni delle infezione, contatto con la mamma e amore.
 La “Kagaroo mother care” nasce negli anni ’70 in Colombia grazie ai neonatologi Edgar Rey e Hector Martinez. Questo approccio sorge appunto in sostituzione dell’incubatrice, per quei bambini nati pretermine che, superati i problemi iniziali di sopravvivenza, avevano bisogno di crescere e di alimentarsi.
La KMC si è estesa poi rapidamente durante gli anni ’80 in molti paesi tra i quali America Latina, Asia e Africa, ovvero i paesi in via di sviluppo, con alta natalità e crescente bisogno di trovare dei metodi semplici ed economici per rispondere all’esigenza di queste creature. Nel decennio successivo anche nei paesi dell’Occidente i vari centri hanno cominciato ad attrezzarsi e ad entrare nell’ottica proposta dalla marsupioterapia. Tra questi paesi spiccano USA, Francia, Olanda, Svezia, Canada e Gran Bretagna.
Se inizialmente questo approccio veniva considerato di utilità “solo” nei paesi in via di sviluppo, attualmente sempre più paesi occidentali e nord europei hanno abbracciato questa tecnica, anche grazie agli importanti risultati che la KMC ha portato nella cura dei bambini prematuri e del rapporto con le loro mamme.
Negli ultimi anni, inoltre, si stanno ampliando gli orizzonti, con la comprensione che questa tecnica non è di mera utilità di una specifica categoria di bambini. Molti sono i benefici che anche i bambini nati normopeso e a termine possono trarre da questo contatto intimo e prolungato con il ventre materno.

Cos’è la Marsupioterapia

La marsupioterapia è di per sé molto semplice, e i vantaggi che si possono trarre dalla sua applicazione sono considerevoli. Si basa su tre principi fondamentali:
1.     Amore
2.     Calore della mamma
3.     Allattamento al seno
La tecnica consiste nel mettere mamma e neonato a contatto pelle a pelle. Il bambino deve essere posto sul ventre materno, nudo e in posizione verticale, in modo da evitare reflusso gastroesofageo o il broncospasmo. La testa deve essere rivolta di lato in modo tale che l’orecchio del bambino poggi nell’incavo del seno della madre e che, in questo modo, possa sentire il battito cardiaco. Il piccolo viene avvolto con una coperta e mantenuto a contatto con il ventre della madre, anch’esso nudo, e quindi con la possibilità di percepire direttamente il contatto tra i due corpi. Solo la testa del bambino è a contatto con l’esterno, mentre il resto del corpo è completamente avvolto nel calore.
Questo contatto deve essere applicato più di una volta al giorno e in modo continuativo, non solo in ambiente ospedaliero, ma anche a casa dopo la dimissione, perché rimane di grande utilità sia per la salute del bambino che per la relazione.


I vantaggi e gli scopi del trattamento

Nel corso degli anni sono stati certificati tutti i vantaggi che questo tipo di trattamento porta, in primo luogo per quanto riguarda il benessere e la salute fisica del bambino, ma con grandi benefici anche per la madre e per la relazione tra i due.
Il tipo di contatto epidermico ottenuto con questo sistema crea:
1.     Una naturale regolazione della temperatura. Il contatto con la madre sostituisce egregiamente una delle funzioni principali dell’incubatrice, ovvero, il mantenimento della temperatura corporea. Molto spesso questi bambini hanno grosse difficoltà di autoregolazione termica, ed è indispensabile che questa venga fornita loro dall’esterno. Il contatto pelle a pelle con la madre si associa ad un controllo termico efficace e diminuisce considerevolmente il rischio di ipotermia. Attraverso questo si verifica una progressiva modifica della frequenza respiratoria, battito cardiaco e ossigenazione, che sembrano migliorare sensibilmente. Anche i pattern di sonno e si comportamento sembrano migliori in questi bambini, rispetto a quelli separati dalla madre. Una ricerca ha stimato anche il miglioramento di un altro parametro, influenzato da questo contatto termico regolatorio: il cortisolo salivare, indicatore di stress, sembra essere infatti presente in quantità minore in neonati che hanno beneficiato della KMC.
2.     Aumenta la crescita e favorisce l’allattamento al seno. Questo prolungato e stretto contatto corporeo sembra aumentare la produzione di latte nella madre. E’ ben noto che se il bambino non viene allattato al seno, la madre progressivamente tenderà a non produrre più il latte. In questo caso, però, il contatto tra i due e un progressivo avvicinamento del bambino al seno, sembra riattivare la produzione di latte, o comunque pare rallentare la sua perdita. Questo beneficio è più probabile quanto più questa tecnica viene applicata precocemente. Due studi randomizzati e uno di coorte condotti nei paesi in via di sviluppo, su bambini a basso peso alla nascita, hanno confermato che il metodo aumenta la prevalenza e la durata dell’allattamento al seno. Pensando, inoltre, al fatto che questi neonati hanno uno stomaco molto piccolo, che va riempito poco e spesso, l’allattamento al seno è il miglior modo per favorire il benessere e la crescita dei piccoli, seguendo le loro esigenze. Collegato a questo tipo di alimentazione si è inoltre visto che il beneficio è presente anche nella diminuzione della coliche del neonato. I risultati che riguardano la crescita affermano che l’aumento ponderale dei prematuri segue pari passo la crescita del gruppo di controllo. Secondo alcuni esperti pare, inoltre, che in questi bambini lo sviluppo cerebrale sia maggiore rispetto ai casi controllo.
3.      Lo sviluppo psicomotorio, comportamentale e comunicativo risulta influenzato positivamente: infatti nel corso delle sedute si osservano rapide evoluzioni nella capacità interattiva. Nella prima seduta solo il 15% dei bambini mostra un prevalente stato di veglia, al contrario durante le ultime sedute il 90% circa dei neonati riduce in modo notevole i momenti di sonno. Inoltre con il procedere delle sedute si intensificano, sino a coprire l'intero arco di tempo condiviso con la madre, i movimenti di ricerca del contatto ed esplorazione del corpo materno, con le mani, la bocca e l'intero corpo, prima limitati a pochi momenti. Elemento ancor più significativo è l'incremento delle risposte positive, di soddisfazione, per il passaggio dall'incubatrice alla madre e del pianto, all'inizio assente, per il ritorno nell'incubatrice. Inoltre, con sempre maggior frequenza, il neonato cerca il seno e trascorre il tempo succhiando il latte della mamma.
4.     Morbilità e Mortalità. Sono stati svolti molti studi randomizzati, di coorte e poi pubblicati per quanto riguarda il tasso di mortalità e di morbilità in questi bambini rispetto al gruppo di controllo. Per esempio, la ricerca condotta in Ecuador da Sloan e colleghi ha evidenziato un’incidenza minore di malattie severe nei neonati KMC (5%) rispetto al gruppo di controllo (18%). Altri studi condotti in questi paesi, non hanno evidenziato differenze così evidenti nelle morbilità severe, ma i risultati riportano comunque una percentuale minore di infezioni ospedaliere, e di ricoveri successivi alla dimissione in neonati trattati con questo metodo. La differenza nella morbilità è risultata più evidente nei paesi in via di sviluppo che in quelli europei, ma in generale si è visto che il numero di infezioni non è aumentato in nessun caso con questo metodo, anzi tendenzialmente è diminuito.
Per quanto riguarda la mortalità, invece, Ray e Martinez nel loro primo resoconto, riportavano un incremento di sopravvivenza in ospedale dal 30% al 70% in bambini tra i 1000 e i 1500g trattati con questo metodo. Nonostante delle piccole differenze numeriche tra il numero di bambini di controllo e quelli trattai, i risultati sembrano avere una certa attendibilità, almeno nell’idea che il metodo non migliora statisticamente la sopravvivenza, ma sicuramente non la riduce. Le percentuali di sopravvivenza generate dai diversi studi sembrano essere concordi nei registrare un miglioramento, ma bisogna tenere conto di fattori esterni come le diverse condizioni economiche e sociali degli ambienti in cui sono stati svolti gli studi, e di altri fattori che non possono essere esclusi a priori dalla statistiche, ma che comunque possono influenzare.
5.     Benefici per la madre. Come riportato in precedenza, la nascita prematura è una fonte di ansia, preoccupazioni, paure, stress e difficoltà per la madre. Tutti questi sentimenti, a cui si aggiunge il senso di colpa, e la forzata separazione dal neonato, ritardano l’assunzione del ruolo e della capacità genitoriale. La marsupioterapia, invece, favorisce il desiderio di prendersi cura del proprio bambino, aumentando la sicurezza e la fiducia delle madri nell’essere in grado di prendersi cura dei bisogni dei neonato. I desideri e le richieste dei loro bambini si fanno progressivamente espliciti con il progredire della conoscenza reciproca.
Per madre e bambino questo contatto significa molto: significa dare spazio ad un diverso tipo di cura, ad una cura di tipo affettivo.
Nei primi momenti i genitori potranno solo portare la loro presenza silenziosa ai lati dell’incubatrice, perché l’obiettivo principale è la sopravvivenza. Poi progressivamente il contatto si amplierà con la voce, i primi tocchi, le prime carezze, fino a poter prendere in braccio il proprio bambino e dargli ciò che prima era una macchina a fare. Le diadi madre-bambino pretermine, che hanno seguito la KMC, mostrano un modo di interagire molto simile a quello della madri di neonati nati a termine, se confrontare rispetto all’atteggiamento tipicamente iperstimolante e asimmetrico delle madri di bambini prematuri. Questo metodo aiuta quindi le madri accrescendo la loro competenza comunicativa, e fornendo loro i giusti tempi e modi di stimolazione del piccolo. Questi sono i primi passi verso una vera e propria relazione tra madre e bambino, fatta di dialogo, di ascolto, di contatto e di silenzio.  Pierre Boudin, uno dei primi neonatologi, nel 1898 sosteneva: “prima salva il bambino, secondo salvalo in modo per cui, quando lascerà l’ospedale, abbia una madre in grado di accudirlo”. La marsupioterapia, quindi, oltre ai benefici fisici ed emotivi che può portare al bambino e alla madre, permette anche ai genitori di imparare a prendersi cura del proprio neonato, con la sicurezza che gli esperti del settore presenti in stanza possono dare nel momento del bisogno. E’ un modo dolce e poco invasivo per incentivare le madri a non aver paura di prendere il braccio il piccolo, e un modo per accompagnare questa famiglia che, uscita dall’ospedale, dovrà essere in grado di camminare con le proprie gambe.

  
Il ruolo del padre

"Bisogna essere in due per ballare il tango. Questa metafora coreografica è molto adatta alla relazione madre-bebè. Ma in realtà bisogna essere più di due nel ballo della vita. Il bambino è nato dal desiderio congiunto di una madre e di un padre; ciascuno di loro contribuirà (…) alla creazione del legame parentale" (Cramer, 1989).
Questo nuovo modo di relazionarsi con i bambini permette anche ai padri di vivere un’esperienza diretta di accudimento del proprio neonato. Sono poche le ricerche sulla possibilità che la marsupioterapia fatta dai padri abbia gli stessi effetti di quella svolta dalla madre. Tuttavia i padri, che hanno avuto la possibilità di fare questo tipo di esperienza, hanno confermato la sua grande carica emotiva, e il vissuto di sensazioni simili a quelle provate dalla madre durante la gravidanza. Questo contatto molto precoce e prolungato è utile per l’instaurarsi di un forte legame padre-figlio e viene consigliato sempre più vivamente. Così la descrive ad esempio un padre: "Ho avuto modo di avere un approccio con mio figlio molto speciale e diverso da quello che avrei avuto se avesse terminato la gestazione nei termini normali. Penso che il contatto che si ottiene durante la canguroterapia normalmente lo ha solo la mamma. In questo modo invece anche noi papà abbiamo un contatto più attivo con il neonato che non si conclude solo nel cambio del pannolino e nel bagnetto". Tutto ciò permette, inoltre, un rafforzamento del legame di coppia. Madre e Padre possono fare per la prima volta un’esperienza molto simile di accudimento del proprio bambino: si accresce l’empatia all’interno della coppia genitoriale e l’intesa nel vedere nel bambino le stesse necessità. C’è una prima comprensione da parte del padre di cosa può voler dire portare un figlio in grembo e una condivisione di sentimenti e sensazioni che rafforza la triade in neo formazione.
Anche nei casi in cui il padre non partecipi attivamente alla terapia, il suo ruolo è comunque di fondamentale importanza. Innanzitutto è un sostengo emotivo per la partner, la quale è travolta dai mille sentimenti e preoccupazioni per la nascita precoce del bambino, e in seguito diviene elemento fondamentale all’interno della diade madre-bambino. Infatti il padre è indispensabile nell’evolversi della relazione diadica fusionale poiché, nonostante la vicinanza, sarà colui che favorirà l’autonomia e il processo di separazione-individuazione.
“La marsupioterapia sembra quindi incentivare un maggior coinvolgimento paterno nella relazione con il figlio e nella condivisione, con la partner, dell'accudimento del neonato, partecipazione che perdura anche a distanza di tempo ed è visibile ai controlli successivi alla dimissione“ (De Luca e al., 1995).


 Marsupioterapia e Sviluppo del Bambino

Per un adeguato sviluppo del bambino, è fondamentale l’instaurarsi di un legame di attaccamento. John Bowlby, psicologo formulatore della teoria dell’attaccamento, affermava che per l’instaurarsi dell’attaccamento fosse fondamentale un contatto fisico e una presenza continuativa fin dal primi momenti dopo la nascita del bambino. Alla cosiddetta figura di attaccamento viene attribuita la funzione di protezione e di sopravvivenza, e i comportamenti biologicamente determinati quali pianto, suzione, sorriso e lallazione, spingono il piccolo ad interagire e a comunicare in modo privilegiato con questa figura, determinante per la sua sopravvivenza. Così facendo si instaura tra i due un vero e proprio legame di attaccamento. Lo sviluppo gratificante di questo legame con le principali figure di accudimento, madre e padre, favorisce nel bambino lo sviluppo della personalità. Se la relazione è una relazione adeguata, allora diventerà una base sicura che permetterà al bambino di esplorare il mondo sempre di più fino ad allontanarsi fisicamente dal genitore, con la consapevolezza che può sempre farvi ritorno nel momento del bisogno. Questo viene definito “attaccamento sicuro” ed è il legame base che dovrebbe instaurarsi in ogni triade mamma-papà-bambino.
Partendo da questi presupposti risulta comprensibile quanto possa essere stressante e debilitante per un bambino un lungo periodo di ospedalizzazione e di incubatrice. Difficilmente si potrà instaurare precocemente questo processo di attaccamento sicuro, con la possibilità che si riscontrino poi futuri problemi di relazione, di sicurezza in sé e di fiducia nel bambino. La marsupioterapia, attenuando gli effetti del distacco, può risultare un fattore positivo che contrasta gli aspetti negativi della carenza, permettendo il legame di attaccamento. Le ricerche confermano che i benefici a distanza in bambini trattati con KMC sono notevoli, in quanto i piccoli sembrano avere un miglior processo psicologico e relazionale rispetto ai coetanei non seguiti con questo metodo.  Alla rilevazione fatta durante le visite di controllo, infatti, questi bambini mostrano minori disturbi del sonno, minori disturbi alimentari, meno agitazione e ipercinesi e poche crisi di pianto prolungato. Nei papà si è riscontrata una differenza statisticamente significativa per quanto riguarda il coinvolgimento: padri che hanno partecipato alla marsupioterapia sono quasi sempre presenti alle visite di controllo dei figli e molto più partecipativi.
E' verosimile che i miglioramenti ottenuti siano dipendenti dal fatto che la marsupioterapia svolge una funzione organizzatrice del comportamento del neonato: il metodo favorisce una miglior modulazione, che tende a permanere, dell'interazione con la madre e con il padre, che permette un più rapido recupero dello svantaggio evolutivo tipico dei prematuri.


 Marsupioterapia per tutti

In questi ultimi anni, noti ormai i benefici di questo trattamento, viene proposta la marsupioterapia anche ai bambini nati a termine. Nei bambini nati a termine e sani, non sono presenti le difficoltà di sopravvivenza, gestione, allontanamento e sofferenza che il bambino prematuro e i suoi genitori devono affrontare. Il clima e le condizioni in cui è immerso il neonato sono molto più serene e meno complesse. Tuttavia va ricordato che la nascita di per sé è un trauma: comporta il passaggio da un ambiente conosciuto, caldo, contenuto, povero di stimolazioni luminose, caratterizzato da rumori intensi ma conosciuti, ad un ambiente caotico, non conosciuto, in cui il bambino deve imparare ad alimentarsi, respirare, regolare la sua temperatura. Il “trauma” viene vissuto anche dalle madri che si trovano immerse in una situazione tanto bella quanto complessa. Bisogna elaborare la separazione fisica dal proprio bambino e imparare a gestirlo “da fuori” quando per nove mesi si è imparato a gestirlo e a conoscerlo “da dentro”. Spesso le madri si trovano impacciate e preoccupate nella cura dei loro bambini, e per quanto la maternità sia di per sè un fenomeno naturale, all’inizio è necessario fare esperienza e imparare. La marsupioterapia si esplica così come un metodo per unire tutte queste esigenze, in modo semplice, molto piacevole e condivisibile anche con il padre. Il contenimento, il calore, il suono del battito cardiaco e del respiro materno, permettono al bambino di ritrovare quell’ambiente tranquillo e rassicurante vissuto nei mesi di gravidanza. Inoltre la vicinanza fisica e la suzione, nelle prime ore dopo la nascita, incrementano la probabilità che il bambino venga allattato al seno, ulteriore elemento che favorisce una rapida attivazione dei sistemi di attaccamento e accudimento.
Per la mamma, il contatto permette da un lato di “ritrovare” il bambino, mentre dall’altro di “riscoprirlo”, accudirlo, imparare a maneggiarlo e ad interagire fisicamente con lui. L’emozione che passa attraverso questo metodo semplice e accessibile in qualsiasi momento, è un’occasione che non andrebbe persa, poiché i benefici sono reali ed immediati e perché favorisce lo sviluppo naturale della relazione bambino-genitori. Considerati tutti questi aspetti positivi, in questi ultimi tempi si sta cercando di diffondere il metodo in tutti i reparti di ostetricia, per favorire il riconoscimento mamma-bambino.
La valorizzazione e diffusione della marsupioterapia è uno degli obiettivi dei percorsi di sensibilizzazione al parto attivo e dei programmi di demedicalizzazione della nascita, promossi dall'Organizzazone Mondiale della Sanità ed in corso di affermazione, che cercano di recuperare la naturalezza di quest'esperienza solo raramente patologica, ma così pregnante umanamente.

 Conclusioni

A conclusione di questo percorso di scoperta della marsupioterapia, trovo significativo riportare le parole di una madre che ha vissuto in prima persona questa esperienza.
“Abbiamo cominciato a fare la “marsupioterapia”, con grande sorpresa, commozione e senza preavviso, il 28 febbraio 2006 (38 giorni dopo la nascita). Con grande sorpresa perché ci avevano detto che avremmo potuto iniziarla solo quando Anna fosse stata stubata. Anna pesa solo 1.027 gr.
Appena mi è stata messa in braccio, si è raggomitolata come se fosse stata ancora nell’utero materno e ha dormito tranquilla per la prima emozionante ora di marsupioterapia. Da allora ogni giorno abbiamo fatto questo stupefacente esercizio di riconoscenza e di riavvicinamento. Ogni giorno aumentava la speranza che Anna ce l’avrebbe fatta.”
In pochi giorni la bambina comincia a crescere in modo considerevole fino a raggiungere un peso di 1,337 gr. in circa due settimane. Progressivamente con le sedute di marsupioterapia anche la necessità dell’ossigenazione artificiale viene meno, e la bambina può vivere l’esperienza di abbraccio d’amore con i genitori senza nessuna macchina a cui essere collegata.  
Si possono trovare numerosi esempi simili a questo, di quanto i genitori siano stati soddisfatti dell’esperienza e di quanto i progressi si siano evidenziati con notevole velocità. Si tratta semplicemente di ridare il bambino alla propria madre. I prematuri vengono in gergo definiti “figli delle macchine”: con questo metodo si vuole riportare i neonati ad essere “figlie delle proprie madri”.
La speranza per il futuro è che la marsupioterapia venga proposta in più ospedali possibili: la medicina è indispensabile, ma niente può curare come l’abbraccio di chi ti ama.

Bibliografia

§  Società Italiana di Medicina Perinatale, Requisiti e Raccomandazioni per l’assistenza perinatale, SEE ed., Firenze 1999, cap. 9.3.

§  Aa.Vv., The State of the World's Children 2009: Maternal and Newborn Health, UNICEF, New York 2008, pg. 62.

§  Aa.Vv., Kangaroo Mother Care: a pratical guide, Department of Reproductive Health and Research World Health Organization, Geneva 2003.

   § Suraj Gupte - Shamma-Bakshi Gupte, Recent Advances in Pediatrics, Shamma-Bakshi Gupte      Executive Editor, 2011, pg. 234. 
  •       Giovanni Battista Cavazzuti, Neuropediatria, EDITEAM ed., Ferrara 2004


Sitografia








[1] Dal sito http://www.sarah.it/marsupio.html



Marsupioterapia e non solo

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